Degli Imprinting


pianta cinquecentesca della città di L'Aquila





Imprinting - il mio luogo della memoria

Io sono un abruzzese Doc, nato e cresciuto a L'Aquila, vera e propria "capitale" degli Abruzzi sin dal Basso Medioevo, ed è proprio la mia città, e il paesaggio dell'Abruzzo interno, aspro e imponente, ad essere i luoghi del mio imprinting. 

Rocca Calascio, la fortezza situata più in alto di tutti gli Appennini
Innanzitutto è doveroso parlare del rapporto duale tra uomo e natura nella mia terra, quest'ultima certamente protagonista: basti pensare alla ricchezza d'acqua (L'Aquila è attraversata da ben tre corsi d'acqua, il fiume Aterno e i torrenti Raio e Vetoio), di boschi e sopratutto di pascoli, che sin dall'epoca preromana ha consentito un forte sviluppo della pastorizia -che è stata alla base della ricchezza della città dell'Aquila e del suo territorio per secoli - o la pietra locale che domina sulle facciate delle chiese urbane e dei palazzi signorili trasmettendo una sensazione di "quieta grandezza";
si pensi anche alle abbondanti nevicate (col passare del tempo sempre meno frequenti, ahimè) che trasformano le strade della città in piste improvvisate di sci di fondo e le scalinate in piste per i bob, neve che, nonostante i disagi che provoca in una città "motorizzata" rimane sempre un evento da ammirare trepidanti sul davanzale della finestre di casa; si pensi purtroppo anche ai terremoti che ciclicamente colpiscono l'intera Italia centrale; indubbiamente, è innanzitutto la Natura, nel bene e nel male, il primo elemento decisivo nel mio processo di "apprendimento". 
vista di L'Aquila con il maestoso massiccio del Gran Sasso che si staglia sulla città


La Fontana Luminosa totalmente innevata
La natura che, con la nascita della città dell'Aquila, avvenuta nel XIII secolo, è diventata un magnifico "fondale" teatrale, con il quale gli abitanti, i governanti e anche gli architetti, hanno sempre conservato uno stretto legame: è iconica la Fontana Luminosa, gruppo scultoreo realizzato in epoca fascista all'ingresso settentrionale del centro storico, formata da due donne nude che reggono una conca da dove sgorga acqua dinanzi al maestoso scenario del Gran Sasso d'Italia (presenza onnipresente negli occhi e nei cuori di ogni aquilano), che sembra quasi dire "Sono io, Madre Natura, la protagonista della scena, non scordatevi di me", un eterno e mai banale "fondale urbano". La Fontana raggiunge una bellezza straordinaria d'inverno, quando le temperature sottozero gelano l'acqua della fontana dando vita a una "cascata" di ghiaccio semplicemente stupenda.


schizzo della chiesa e della piazza di San Pietro di Coppito,
nel centro storico della città costruita dagli abitanti
del paese di Coppito una volta inurbatisi in città; mi
è rimasto impresso questo luogo perché vicino alla casa
dei miei nonni paterni
L'architettura della città è un secondo elemento che è stato fondamentale nella formazione del mio immaginario; ho avuto la fortuna in seconda media di partecipare alle iniziative del Fai (il Fondo per l'Ambiente Italiano) come "cicerone", avendo così l'opportunità di studiare la storia della mia città e dei nostri monumenti in maniera più profonda, studio che negli anni ho portato avanti come passione personale con molto interesse ed entusiasmo.  La prima caratteristica è la razionalità e la grande organizzazione che pervadono la nascita della città, il suo sviluppo urbano nonché architettonico: l'altura su cui sarebbe sorta la città fu suddivisa in vere e proprie "lottizzazioni", chiamate "locali", assegnate ciascuna a un paese del circondario, ognuno dei quali doveva costruire chiesa, piazza pubblica con annessa fontana e case all'interno del proprio locale; questo metodo velocizzò la costruzione della città e allo stesso tempo gli diede una forte riconoscibilità urbana, con questo modello tipologico della "chiesa parrocchiale+piazza+fontana pubblica" ripetuto sistematicamente nel concetto che quasi ricorda una catena di montaggio industriale, ma inserendo di volta in volta varianti architettoniche e relazionandosi in maniera diversa con l'ambiente e il luogo in modo tale da garantire una riconoscibilità ad ogni "quinta" urbana. Un processo simile di razionalizzazione che diventa elemento quasi "iconico" è l'architettura sacra cittadina: sin dal Duecento fino  a tutto il Rinascimento, con riprese anche nei secoli successivi fino al xx secolo, le chiese aquilane hanno una precisa identità stilistica, presentando una facciata rettangolare in pietra concia locale , con grande rosone e portale monumentale, dominando le piazze del centro storico, e pareti laterali composte dalla cosiddetta "opera aquilana", composta di blocchetti di pietra lavorati solo sulla faccia esterna, così da rappresentare una finitura economica ma allo stesso tempo sobria ed elegante. E proprio questa volontà archetipica dell'architettura aquilana a  eliminare inutili fronzoli e trovare una sintesi tra sobrietà, eleganza e praticità che ha molto influito su di me, sul mio modo di confrontarmi col mondo e più in particolare, nel modo di relazionarmi all'architettura, di trovare la maestosità nella semplicità e nel trovare degli elementi, dei "tipi" che sappiano dialogare col contesto, che sappiano costituire un'architettura radicata nel paesaggio  e nella storia.


La Fontana Luminosa ghiacciata
L'Aquila sotto la neve
vista delle montagne del massiccio del Gran Sasso dalla Rocca Calascio, la fortezza più alta degli Appennini
La Fontana Luminosa con il Gran Sasso a fare da "fondale" urbano


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