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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

Degli Imprinting

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pianta cinquecentesca della città di L'Aquila Imprinting -  il mio luogo della memoria Io sono un abruzzese Doc, nato e cresciuto a L'Aquila, vera e propria "capitale" degli Abruzzi sin dal Basso Medioevo, ed è proprio la mia città, e il paesaggio dell'Abruzzo interno, aspro e imponente, ad essere i luoghi del mio imprinting.  Rocca Calascio, la fortezza situata più in alto di tutti gli Appennini Innanzitutto è doveroso parlare del rapporto duale tra uomo e natura nella mia terra, quest'ultima certamente protagonista: basti pensare alla ricchezza d'acqua (L'Aquila è attraversata da ben tre corsi d'acqua, il fiume Aterno e i torrenti Raio e Vetoio), di boschi e sopratutto di pascoli, che sin dall'epoca preromana ha consentito un forte sviluppo della pastorizia -che è stata alla base della ricchezza della città dell'Aquila e del suo territorio per secoli - o la pietra locale che domina sulle facciate delle chiese ur

consegna 2

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"Compagno di strada n.1" "Compagno di strada n.2" "Compagno di strada n.3" 3 ipotesi di programma di mixité

consegna 1

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Giacomo Balla

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La potenza del colore Giacomo Balla (Torino, 8/7/1871 - Roma, 1/3/1958) fu un artista italiano, esponente di spicco del Futurismo, firmando nel 1910 assieme a Marinetti e gli altri futuristi italiani, i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del movimento.  Nel  1914  uscì "il manifesto dell'abito anti neutrale" creato poi nel 1915. Balla dichiarò di voler sostituire il vecchio, cupo e soffocante abbigliamento maschile con uno più dinamico e colorato, asimmetrico e colorato, che rompesse con la tradizione e si adeguasse al concetto futurista di modernità e progresso, non solo, doveva far riferimento alla guerra e rendere l'uomo più aggressivo e bellicoso. L'accostamento dei colori era poi studiato per produrre un vivace effetto di simultaneità, che meglio si armonizzava con lo spazio urbano moderno.  Nell'ottobre del  1918  pubblicò il  "Manifesto del colore" , dove analizzò il ruolo del colore nella pittura d'avanguardia, dichiarando a

Mimmo Rotella

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La "lacerazione" dell'opera d'arte come sinonimo della debolezza e dell'ipocrisia intrinseca della società consumisitica del dopoguerra Domenico Rotella, detto Mimmo (Catanzaro, 7/10/1918 - Milano, 8/1/2006) è stato un artista italiano, protagonista della scena artistica internazionale nel secondo dopoguerra nel campo della Pop Art, specialmente nel décollage. Tale tecnica artistica  consiste nel partire da un oggetto artistico dal quale vengono staccate delle parti, e vide Rotella tra gli sperimentatori più importanti di tale tecnica. All'inizio della sua carriera artistica si dedicò alla poesia fonetica, da lui stesso definita "epistaltica", attorno al 1953 "scopre" i manifesti pubblicitari e comincia a lavorare sul tema del décollage, che  sta a rappresentare la protesta nei confronti di una situazione sociale che ormai "sopravvive" tra i falsi miti del consumismo  nel secondo dopoguerra, e  Rotella utilizza tale tecnica a