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Ho intervistato il Presidente di FabLab L'Aquila Fabio Di Bernardini ( http://www.fablaquila.org/) per sapere e conoscere più approfonditamente il mondo della modellazione e fabbricazione digitale, come tavolette grafiche, stampanti 3d, frese etc...

-Innanzitutto, come va l'attività? specialmente in termini di partecipazione
"C'è un buon riscontro, soprattutto  a livello didattico; infatti realizziamo diversi incontri con scuole elementari e superiori. Purtroppo, a parte gli incontri nelle scuole, siamo aperti al pubblico solo il mercoledì sera, perché tutti noi soci facciamo altri lavori."

-Le vostre finalità e attività sono quindi essenzialmente educative, legate al contesto scolastico?
"Si, tutti noi facciamo questo per hobby, non si guadagna da vivere con questo mestiere, quindi ci rivolgiamo specialmente alle scuole organizzando varie attività: per esempio nelle scuole elementari organizziamo attività di coding, ovvero programmazione di videogiochi e animazioni virtuali, seppur semplici; il mercoledì sera organizziamo anche corsi aperti al pubblico nella nostra sede sulla modellazione 3d, programmazione e sulle ultime novità sulla fabbricazione digitale."

-Come vi siete avvicinati a questo "mondo"?
"Tutti noi eravamo già dei "maker", chi nel proprio garage, chi per professione, chi era programmatore di computer e chi lavorava il legno... così siamo partiti da un gruppo di amici che già condivideva e coltivava questo hobby, gradualmente si sono unite a noi altre persone che condividevano questa passione e cosi nel 2014 abbiamo creato fablab a L'Aquila; abbiamo avuto in usufrutto gratuito dall'ITIS dell'Aquila un vecchio magazzino che abbiamo risistemato e attrezzato e che usiamo per i nostri incontri il mercoledì sera, momento che diventa per noi anche un'opportunità di condivisione sociale, sia tra noi soci sia con la cittadinanza."

-Da un punto di vista economico, è dispendioso gestire un fablab, con tutte le apparecchiature tecnologiche contenute?
No, affatto, non è caro mantenere le strumentazioni tecnologiche, infatti le spese di manutenzione sono quasi del tutto coperte dalle quote di iscrizione annuale versate dai soci,  a cui si aggiungono le retribuzioni per i corsi organizzati nelle scuole; inoltre, la fresa che usiamo ci è stata data in comodato d'uso da alcuni nostri soci, mentre gli altri macchinari che abbiamo ci sono stati donati dalle aziende.

-Vi sono state donate? Quindi siete anche una vetrina per le imprese.
In un certo senso si, anche se il nostro è un bacino locale, non come quello delle grandi città; comunque le nostre apparecchiature ci sono state fornite da un'azienda abruzzese emergente che ci ha chiesto di "testarle", così lei ce le ha donate e in cambio noi le proviamo; in città più grandi i fablab possono anche essere interamente finanziati da aziende: per esempio, se non ricordo male, a Torino il fablab dovrebbe essere sponsorizzato dall'azienda di hardware Arduino; comunque, il rapporto tra fablab e aziende dipende dal territorio in cui ti trovi.

-Invece da un punto di vista di spazio, le apparecchiature che usate hanno bisogno di grandi spazi o di ambienti particolari?
Guarda, gli strumenti digitali che usiamo sono tutti strumenti "desktop", possono essere tranquillamente poggiati su una scrivania, non hanno bisogno di particolari spazi o di impianti di aerazione, solo la fresa ha bisogno di più spazio, ma generalmente un fablab può essere ospitato tranquillamente in un appartamento, ti dico solo che noi stiamo in un magazzino di 130 mq...




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